Cometa di Halley - 1P

 


La cometa di Halley, la cometa per antonomasia. Fu Edmond Halley, astronomo e matematico inglese, a riconoscere nel 1705 che le comete apparse nel 1531, 1607 e 1681 si muovevano in orbite identiche ed erano separate da un intervallo di circa 75 anni e quindi dovevano essere un unico oggetto. In base ai suoi calcoli predisse che la cometa sarebbe riapparsa nel 1758. Halley morì nel 1742, ma la cometa puntualmente ritornò in quell'anno, identificata per primo da Johann Georg Palitzsch il giorno di Natale del 1758.

Storici e studiosi nel tempo hanno identificato ben 23 passaggi della cometa di Halley nella storia dell'umanità, a cominciare dal passaggio del 240 a.C. documentato dai Cinesi.

Il perielio più favorevole è stato il passaggio nell'aprile dell' 837 d.C., documentato per primi dai Cinesi, ma osservato anche in Europa. La coda della cometa raggiunse i 60° rimanendo visibile per un paio di mesi.

Il passaggio del 1985-86 fu quello più osservato dall'umanità. Il primo avvistamento della cometa avvenne il 16 ottobre 1982 con il telescopio di Monte Palomar. Il perielio avvenne il 9 febbraio 1986 e la cometà raggiunse il massimo splendore nella prima metà di marzo con una magnitudine 2,6 e una coda fotografica di circa 15 gradi. Lo spettacolo migliore la cometa lo riservò agli osservatori dell'emisfero australe (qui la foto di William Liller dal Cile con una camera Schmidt da 20cm, nel marzo 1986), ma non fu un passaggio molto favorevole. L'ultima osservazione è stata del telscopio VLT dell'ESO l'8 marzo 2003.

Nel marzo del 1986 la cometa venne visitata dalla sonda dell'ESA Giotto (flyby), primo incontro ravvicinato con una cometa. Memorabile queste immagini 1 e 2 del nucleo della cometa di Halley riprese dalla sonda.

Il passaggio del 1986 vide anche la più grande campagna osservativa mondiale di astrofili e astronomi professionisti mai organizzata: l'International Halley Watch (IHW). Promotore di questa iniziativa fu Stephen Edberg, scienziato e astrofilo del Jet Propulsion Laboratory (JPL). Migliaia di astrofili di tutto il mondo contribuirono con le loro osservazioni a questa grande campagna, tutta coordinata per posta (quella con i francobolli...). Una monumentale raccolta di dati pubblicati dieci anni dopo in due magistrali volumi sulla cometa a testimonianza di un evento rimasto indelebile nella memoria di quegli astrofili che ebbero la fortuna di osservarlo.

   

 

 Le pagine dei volumi dell'IHW che raccolgono le mie osservazioni e di seguito riportate:

 

Le osservazioni della Cometa di Halley le ho compiute nel mese di dicembre 1985 e ai primi di gennaio 1986, quest'ultime in località San Sicario (TO) a 1800 metri di altezza, vicino a Sestriere. La cometa si trovava nella costellazione dell'Acquario, dopo il tramonto, e sviluppò ai primi di gennaio una significativa coda.

Le prime osservazioni degli astrofili milanesi sono state fatte nel mese di settembre di magn.15 circa. La cometa si è mantenuta sotto tono fino a metà novembre, poi ha incominciato ad aumentare repentinamente la luminosità. I primi cenni di coda si sono avuti a metà dicembre, quando l'ho osservata la prima volta, da Merate, nel parco dell'Osservatorio di Brera-Merate. La coda è diventata cospicua nel mese di gennaio (circa 2°). Ai primi di febbraio c'è stato il perielio e la cometa è diventata visibile al mattino, ma non più visibile di fatto dall'Italia.

Nella prima decade di aprile la cometa era visibile a -45° di declinazione. I resoconti di amici astrofili milanesi che hanno potuto osservarla dai cieli australi direttamente riferiscono di una chioma molto estesa ma una coda relativamente corta aperta a 90°. La lunghezza della coda, visualmente, non superava i 5°-10°. La cometa ha incominciato ad indebolirsi a fine aprile ed entrata in congiunzione eliaca nel mese di giugno.

1986 - 4 gennaio   Telescopio 114mm f/8,    Sestriere

La chioma appare sferica, di aspetto simile a quanto osservato il 1°. Diametro chioma circa 7' primi, grado di condensazione tra il 7 e l'8, magnitudine 4.6. Si nota la coda, sottile, a forma di getto in PA 64° lunga circa 1°,7. Si nota anche una seconda coda in PA 50°, lunga circa 15', molto debole.

Osservata a 100x ingrandimenti e con il binocolo 12x50

Ripresa con ob.135mm su pellicola TRI-X (una delle mie prime foto astronomiche)

1986 - 1° gennaio   Telescopio 114mm f/8,    Sestriere

La chioma appare perfettamente sferica, ben definita nel bordo occidentale. Diametro chioma circa 8' primi, grado di condensazione tra il 7 e l'8, magnitudine 4.6. Leggero effetto goccia nella condensazione centrale che si stempera verso E. Si nota la coda, sottile, a forma di getto in PA 64°.

 

Osservata a 100x ingrandimenti e con il binocolo 12x50

1985 - 29 dicembre   Binocolo 12x50,   Sestriere

La cometa è visibile ad occhio nudo! A circa 15° gradi sopra l'orizzonte subito dopo il crepuscolo. Si notano circa 2° gradi di coda, facilmente osservabile con il binocolo, in PA 66°. Grado di condensazione della chioma tra il 7 e l'8. Magnitudine circa 4.5. Diametro chioma circa 8' primi.

1985 - 14 dicembre   Telescopio Dobson 25cm f/4.5, Merate

Nella chioma non si distinguono particolari, aspetto leggermente asimmetrico. Si nota effetto goccia nella parte settemtrionale della stessa. Grado di condensazione della chioma tra il 6 e il 7, diametro 16' primi. Magnitudine 4.2

Osservata a 45x e 125x ingradimenti con 25cm f/4.5 e con binocolo 12x50

 

Di seguito una piccola fotogallery di immagini dell'ESO sulla cometa di Halley, dall'avvistamento al perielio della primavera 1986:

 

 

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